Fammi chiedere a Mas Djut
by Chris Gielen
Abbiamo trascorso molte notti sul tatami, dopo la conclusione delle lezioni di gruppo serali, ed era in quei momenti che eravamo liberi di praticare forme, lavorare su esercizi a coppie e farci qualche risata.
Quando il nostro insegnante era presente, c’era un costante bilanciamento tra il cercare di divertirsi e il non ricevere un hormat ticket.
Un hormat ticket era un termine non ufficiale e non tradizionale utilizzato all’interno della nostra organizzazione in quel periodo, e veniva spesso dato per (in ordine casuale di importanza) per: non partecipare al secondo giorno dei seminari a Las Vegas, interagire con studenti di altri gruppi di silat online o di persona, dimostrare in una lezione pubblica qualcosa imparato in una lezione privata.
Tavola dei Contenuti
Gli zii Olandesi e Indonesiani
Per coloro che non sono familiari con gli zii indo-olandesi (da qui in poi uncles o oom in inglese o Olandese) nel mondo delle arti marziali, essi provengono o provenivano da un periodo di lotte intense, e i cambiamenti forzati nelle loro vite trasformarono il loro modo di vedere le arti marziali in modi che continuiamo a cercare di comprendere.
Per molti “uncles”, il pencak silat era parte integrante della loro vita quotidiana, e così facendo, l’intensità della passione per esso è cresciuta esponenzialmente durante la loro vita.
Quelli come noi, che hanno avuto la fortuna di trascorrere del tempo con loro, hanno storie che ancora raccontano, ed è importante mantenerle e preservare i ricordi, poiché ora siamo, in un certo senso, i portatori di tempi ormai passati.
Pak Victor de Thouars o Pak Vic
Pak Victor de Thouars, o Pak Vic come preferiva essere chiamato,
proveniva da una famiglia rinomata nel mondo del pencak silat in Occidente.
Essendo il più giovane di quattro fratelli e avendo diversi cugini che praticavano la stessa arte del pukulan pencak silat Serak, Pak Vic fu esposto a molte interpretazioni.
Con interpretazioni intendo dire che, dati gli stessi cinque ingredienti, ciascuno dei fratelli de Thouars e dei loro cugini combinava quegli ingredienti in modo leggermente diverso e aveva il proprio modo di mostrare ciò che avevano capito dal loro allenamento.
Non sta a noi dire cosa o chi fosse giusto o sbagliato, perché non eravamo nella stanza quando ciascuno di loro riceveva istruzioni dai loro insegnanti.
Ciò che possiamo dire è che il filo conduttore della visione degli “uncles” di Serak e di come dovrebbe essere praticato è molto più simile che diverso.
Gli “uncles” de Vries hanno trasferito l’arte di Serak nel tempo ai loro figli, nipoti e studenti più stretti e ciò che abbiamo è una reinterpretazione di quella storia lunga circa 70 anni.
Scavando più a fondo nella speranza di trovare chiarezza, chi era l’insegnante di Oom John e Oom Ventje e cosa ha esattamente condiviso?
Sempok, dempok, sempak, sepok, dempak, depok
Questo ci porta a una notte in particolare all’accademia VDT (Victor de Thouars) a Bellflower (California, USA).
C’erano alcuni di noi “fissati da palestra” che cercavano di capire alcune terminologie e come si relazionavano a movimenti specifici.
Se la memoria non mi inganna, le domande ruotavano intorno all’ortografia e al significato dei termini sempok e dempok. Sullo specchio c’erano i termini sempok e dempok insieme a sempak, sepok, dempak e depok.
È probabile che, se sei una persona che pratica il silat, questi termini siano stati usati in modo intercambiabile e “…sì, è quello che significa, e smettila di fare domande.”
Il mio amico e compagno di allenamento dell’epoca Ron (RIP), aveva un modo particolare di pensare ed era tassativo nell’assicurarsi che i termini e le definizioni fossero esatti, come se fossero legge.
Io ero ancora relativamente nuovo, ma ero già abbastanza bravo a leggere le espressioni facciali e i cambiamenti nel linguaggio del corpo di Pak Vic.
Ron insistette molto su quali termini dovevamo usare e perché usavamo termini diversi nelle lezioni.
È qui che le cose si fecero interessanti.
Hey Mas Djut, si dice sempok, sempak, o sepok?!
Pak Vic era un uomo grande con mani grosse e robuste, con una caratteristica distintiva: la grossa nocca centrale che vedevi e sentivi sul viso durante l’allenamento.
Si era spostato dall’area tatami all’area in cemento tra il tatami e il bagno ed era inginocchiato mentre prendeva a pugni il pavimento.
Era inquietante mentre guardavo il viso di Pak Vic e ascoltavo i colpi diventare sempre più forti con ogni pugno successivo sul cemento.
Avevamo, da un lato, uno studente incoraggiato a fare domande e che le faceva con un tono tagliente, visibilmente frustrato con il passare dei minuti.
Dall’altro lato c’era l’insegnante che minuto dopo minuto appariva più frustrato dall’adat (Adat= regole di comportamento nel Silat) di uno dei suoi studenti.
in un’ultimo impeto di pazienza, Pak Vic smise di colpire il pavimento,
fece il gesto del “aspetta un secondo” con il dito, e scomparve dietro il muro laterale.
Lo sentimmo letteralmente urlare
“Ehi Mas Djut, è sempok, sempak o sepok?!”
Un silenzio imbarazzante fu interrotto quando riapparve e disse
“Mas Djut era occupato e non mi ha risposto.”
Il mio sguardo rimbalzava da Pak Vic a Ron avanti e indietro. Chi avrebbe vinto la discussione e perché stava parlando con Mas Djut??
Successivi tentativi di Ron di ottenere risposte alle sue domande e trovare una soluzione furono accolti con un lungo respiro profondo, un’inversione della linea delle sopracciglia, e la seguente frase pronunciata in un tono lento e basso:
“Non lo capisci proprio, devi stare attento.”
Pak Vic fece il suo caratteristico battito di ciglia per 15 volte, raccolse le sue cose, ci ordinò di chiudere la porta quando saremmo usciti, e se ne andò per la serata lasciandoci a riflettere sugli eventi che erano appena successi.
Un modo di praticare Antico
Vedete, il vecchio modo di insegnare Silat in Indonesia era molto diverso da come è oggi in Occidente.
Tutti gli “Uncle” si allenavano duramente e trascorrevano la loro vita affrontando i propri demoni interiori e amando l’arte del Serak.
Potrebbero aver avuto opportunità di fare domande quando stavano imparando, ma da quello che raccontavano, durante la lezione ciò che diceva l’insegnante, era legge.
Né più né meno.
Questo concetto è estraneo alla generazioni più giovani, poiché gli studenti desiderano che le loro domande trovino risposta, soprattutto in una scuola pubblica.
Pak Vic stava insegnandoci il silat nella sua maniera, anche se non lo stavamo comprendendo.
Condivideva la cultura e cosa significava essere uno studente di pencak silat, e noi eravamo concentrati sulle minuzie riflesse nello specchio.
Circa un’ora dopo questi fatti, tutti decidemmo di andare a casa e io ebbi tempo di riflettere sugli eventi della serata durante il lungo viaggio verso casa lungo l’autostrada 605.
Conclusioni e Fuochi d'Artificio
Se stai aspettando i fuochi d’artificio riguardo alla prossima parte della storia, mi dispiace deluderti.
Cosa ho imparato da quella serata e perché ne ho ricordi vividi?
Primo, le lingue indonesiane sono molte, e all’interno di una regione ci sono dialetti, slang e lingue franche utilizzate negli affari, nello sport e nelle arti marziali.
La pronuncia di una parola di una persona non cambia il significato nella mente di quella persona.
Senza dubbio, Pak Vic ha sentito diverse pronunce di sempok e ha assegnato i suoi significati ai termini e alle loro variazioni.
Importa davvero se l’ortografia è corretta?
Quanto spesso cambiamo il modo in cui pronunciamo le cose quando vogliamo farci capire meglio?
Credo che Pak Vic stesse cercando di trasmettere molti concetti in quel periodo e abbia avuto difficoltà a trovare il modo migliore per esprimersi in inglese.
Secondo punto di quella serata, vidi il nostro insegnante bilanciare la rabbia interiore con la pazienza esteriore e usare l’umorismo per cercare di riportare il tono alla neutralità.
Pak Vic usò il linguaggio del corpo, parlando in modo figurativo con i suoi pugni sul cemento, e facendo una battuta ironica di cui non avevamo idea del significato più profondo.
Infine, ho visto un’intensità da parte di Pak Vic che era nuova per me all’epoca.
Era serio, veramente serio.
Il Serak faceva parte del suo DNA, e non si dovevano mettere in discussione gli insegnamenti.
Sto ancora imparando da quell’esperienza e ciò che posso fare è evolvermi e portare avanti gli insegnamenti di Pak Vic sull’arte del Serak nella nuova strada che ho intrapreso nel Naga Kuning Institute.
Sì, dovremmo prendere il nostro allenamento molto seriamente.
Sì, dovremmo essere molto rispettosi verso i nostri insegnanti e compagni di allenamento.
Sì, siamo qui per imparare.
Ripeti quella parola ancora una volta e dilla ad alta voce.
“IMPARARE.”
La parte fisica dell’allenamento nelle arti marziali si prenderà cura del tuo corpo con il tempo.
Lavora sodo, divertiti e migliorerai.
Ma ricorda, sarà la parte mentale dell’arte che ti farà impazzire!
Esercizi, termini in altre lingue, filosofia, influenze religiose, il modo di fare del maestro del maestro del tuo insegnante, musica, cibo e cultura.
Tutto questo non avrà mai fine?
Infine, la montagna russa emotiva che accompagna il percorso nel pencak silat può andare da lieve a selvaggia con un solo calcio (bunder= low kick), ma questa è un’altra storia, per un’altro momento.
Ricorda sempre questo, un praticante di pencak silat ha la responsabilità di comunicare con l’arte e a volte, dobbiamo imparare lezioni dolorose perché questo è il modo.
Se hai mai bisogno di aiuto per capire perché i jurus di Oom Maurice sembrano in quel modo e i jurus di Oom Paul sembrano in quell’altro modo,
chiedi a Mas Djut…
e se risponde,
Devi dirmelo!
Christopher David Gielen
Group Leader and Instructor
Naga Kuning Institute